Arte Tag: corpo

Silvia Gribaudi

[:it]Roger Salas dice di lei nel quotidiano El Paìs ”Silvia Gribaudi es una artista singular que cultiva el feísmo y un humor ácido; su llamativo físico ya va a contracorriente” [Silvia Gribaudi è un’artista unica che coltiva un umorismo acido e il gusto per ciò che è considerato brutto; il suo fisico appariscente va controcorrente]

 

“Per ciò che riguarda ‘A CORPO LIBERO’, che cosa si può scrivere che possa rendere giustizia? E’ un manifesto di emancipazione. E’ un lavoro curato minuziosamente. E’ edificante, affascinante, contaminante e stimolante. E celebra l’umanità in maniera sfacciata. Ad essere onesti, in tutto il festival non ho visto nessun altro essere umano così bello sul palco” Recensione di Duncan Keegan[:en]

Roger Salas says about her in the Spanish newspaper El Paìs:”Silvia Gribaudi es una artista singular que cultiva el feísmo y un humor ácido; su llamativo físico ya va a contracorriente” [Silvia Gribaudi is a unique artist who cultivates the ugly-ism and a bitter humour; her showy physique is definitely against the current]


As for Silvia Gribaudi’s A CORPO LIBERO…? Well, what can I write that could possibly do it
justice? It’s a manifesto for emancipation. It’s beautifully, minutely-observed. It’s uplifting,
charming, intoxicating and elevating. And it unabashedly celebrates humanity. And to be
completely honest, I don’t think in the entire festival I’ve seen a more beautiful human being onstage”.

Review by
Duncan Keegan

[:]

EGON BOTTEGHI

[:it]

Egon Botteghi realizza performances teatrali nate dal corpo di una persona trans, corpo di sangue e muscoli, grasso ed ossa, esperienza, pensiero, voci,  elaborazione culturale e spirito critico, svolte attraverso un collage di scrittura, lettura, affabulazione, video interviste, canto e musica, per raccontare la propria storia e la storia di altre persone trans al di sopra della psichiatrizzazione e della patologizzazione come unica forma di esistenza.

“Io sono un uomo transessuale. E non sono un trans perché voglio rinnegare la donna che è in me, perché mi vergogno di lei, anzi scoprendomi trans ho capito che riuscirò a far splendere di puro orgoglio la mia parte femminile, che non è niente di tutto quello che si professa in giro sull’eterno femminino e sopratutto riuscirò a far splendere la persona che veramente sono. Ego-n. Evviva la chimera Egon, perché sua è questa vita”.

(Da “Mi chiamo Egon. Diario di un uomo transessuale”- performance teatrale)

[:en]Egon Botteghi works are theatrical performances born from the body of a trans person, a body of muscle and blood, bone and fat, experience, thoughts, voices, cultural elaboration and critical spirit, formed from a collage of writing, Reading, video interviews, music and song, to tell their own story and the stories of other trans people, over and above physchology as the only means of existence.

“I am a transsexual man.  I am not a trans because I want to deny the woman in me because I’m ashamed of her, even discovering I was trans made me understand I could make shine my pride in my feminine side that is nothing more than eternal feminism and above all make shine the person I really am Ego-n.  Applause to argon because this is his way”.  (From “Call me Egon”.  diary of a transsexual man”.  Theatrical performance).[:]

[:it]MOTUS[:]

[:it]

MOTUS è la compagnia fondata da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò nel 1992. Il gruppo, esploso negli anni Novanta con spettacoli di grande impatto emotivo e fisico, ha saputo prevedere e raccontare alcune tra le più aspre contraddizioni del presente.
Dalla sua fondazione Motus affianca la creazione artistica – spettacoli teatrali, performance e installazioni – con un’intensa attività culturale, conducendo seminari, incontri, dibattiti e partecipando a festival interdisciplinari nazionali e internazionali.
Liberi pensatori, portano i loro spettacoli nel mondo: da Under the Radar (NYC), al Festival TransAmériques (Montréal), Santiago a Mil (Cile), Fiba Festival (Buenos Aires), Adelaide Festival (Australia), Taipei Arts Festival (Taiwan) e in tutta Europa.

[:en]

The company Motus was founded by Enrico Casagrande and Daniela Nicolò in 1992. The group burst onto the scene in the Nineties with productions wielding great physical and emotional impact and has always anticipated and portrayed some of the harshest contradictions of the present day. Throughout the years, the group has created theatre shows, performances, installations and videos, conducted seminars and workshops, taken part in interdisciplinary festivals. They’ve received numerous acknowledgements, including three UBU Prizes and prestigious special awards for their work. Freethinkers, Motus have performed all over the world, from Under the Radar in New York, to Festival Trans Amériques in Montreal, Santiago a Mil (Chile), the Fiba Festival in Buenos Aires, Adelaide Festival in Australia or Taipei Arts Festival in Taiwan, as well as all over Europe.

[:]

MATILDE SAMBO & FURIO GANZ

[:it]

Matilde Sambo & Furio Ganz, utilizzando principalmente il mezzo video, indagano i delicati equilibri tra l’uomo e ciò che lo circonda focalizzandosi sul rapporto tra natura e artificio come modifica costante dell’ambiente umano. Il corpo come mezzo, tanto complesso quanto fragile, viene mostrato, nei lavori del duo, fino al limite della sua rottura. La consapevolezza di una linea sempre più sottile tra mondo naturale e artificiale genera nei due artisti la necessità di creare lavori in bilico tra il documentario e la fiction.

[:en]

Matilde Sambo & Furio Ganz, mostly with video, investigate the delicate balances between human being and the world. They are focusing on the relationship between nature and artifice that modify constantly the human environment. Body as a medium, as complex as fragile, is shown over its limit. The consciousness of an increasingly thinner line between natural and artificial, makes in the duo the need to create works poised between documentary and fiction.

[:]

I Figli di Marla

[:it]

I FIGLI DI MARLA è una filosofia, un modo di stare in scena, un modo di vivere e sentire, una disciplina per corpo ed emozioni, un controllo consapevole della nostra energia, una religione per il performer, i figli di marla sono figli del mondo.

[:en]I FIGLI DI MARLA is an art performative community, is a philosophy, is a production.[:]

La Musa e gli Artisti

[:it]LA MUSA E GLI ARTISTI è un progetto  dove  due affermati pittori contemporanei di lungo corso danno vita ad opere il cui filo conduttore è costituito dai suggerimenti di una giovane musa ispiratrice politicamente scorretta la quale ha l’ultima parola sul destino dei lavori compiuti, ovvero, se quanto realizzato dagli artisti soddisfa la musa le opere saranno di dominio pubblico altrimenti gli artisti devono  distruggerle  davanti a lei, di queste non deve rimanere memoria. E’ cosi che di dieci lavori realizzati dal gruppo negli ultimi  anni  nove sono andati completamente perduti.  L’ Identità dei tre  sarà rivelata solo a progetto concluso  perchè facendo propria la massima di Oscar Wilde LA MUSA E GLI ARTISTI ritengono che “Rivelare l’ arte e nascondere l’ artista è il fine dell’ arte”[:en]

In the work “The Muse and the artists”, two well-established contemporary painters create various works, all connected by the hints and suggestions provided by a young and politically incorrect muse. The muse always has the last word on the destiny of the completed works, which is to say that the works will become of public domain only if what the artists have realized satisfy the muse. Otherwise, the artists will have to destroy the works in front of her eyes, and no memory will remain about them. Hence why, of 10 works realized by the group in the last nine years, 9 have been completely lost. The identity of the three protagonists will be revealed only when the project will end because, appropriating the quote by Oscar Wilde, “The Muse and the artists” believe that “to reveal art and hide the artists is the ultimate end in art”. 

[:]

Slavina

[:it]Slavina è un’artista multimedia: definisce pornoattivismo il suo ambito di ricerca e creazione.

È cresciuta come videomaker alla scuola DIY del mediattivismo con Candida, tv elettrodomestica; a fine anni ’90 ha partecipato come fotografa e performer a PhagOff, la prima festa queer a Roma.

Nel 2005 si è trasferita in Spagna scoprendo la scena della postpornografia. Da allora la sua produzione si è sviluppata concentrandosi sulle politiche del corpo e sulla rappresentazione delle sessualitá. Rincorrendo un equilibrio impossibile tra arte e attivismo, nei suoi progetti (video, teatro cabaret e laboratori) pretende valorizzare il potenziale politico di trasformazione della condivisione dell’intimitá. Grazie al suo lavoro di networking e traduzione ha facilitato la diffusione in Italia delle opere e artiste piú interessanti del femminismo contemporaneo spagnolo.

Nel 2012 ha pubblicato un libro di racconti erotici che per primo in Italia popolarizzava il concetto di dissidenza sessuale. Fa parte del collettivo di registe Le ragazze del porno e del progetto di ricerca accademica e performativa transnazionale Zarra Bonheur.[:en]Slavina is a multimedia artist: she defines her research and creative field as porn activism. She became a video maker at the DIY school of media activism with Candida TV; in the late ‘90s she was involved as photographer and performer in PhagOff, the first queer party in Rome. In 2005 she moved in Spain where she discovered the post-pornography scenery. Since then, her production has grown focusing on body politics and the representation of sexuality. Chasing an impossible balance between art and activism, in her projects (video, theatre, cabaret and workshops) she wants to enhance the political transformation potential of intimacy sharing. Thanks to her effort in networking and translations, she eased the diffusion in Italy of the most interesting works and artists of the Spanish contemporary feminism. She belongs to the collective of directors “Le ragazze del porno” and to the academic research and performative transnational project of Zarra Bonheur.[:]

Silvia Giambrone

[:it]Uso soprattutto l’arte concettuale per illustrare il mio commento sulla società con un focus sulla relazione tra il soggetto e il potere. Attraverso diversi media, compresi performance, installazione, scultura e suono, esploro le pratiche del corpo e le contemporanee politiche di genere, rendendo gli spettatori consapevoli dei modi  nascosti e silenziosi tramite cui il potere entra nella vita di tutti i giorni e colpisce le relazioni. Sono interessata alla cultura materiale e visiva e scavo nella vita e nelle pratiche quotidiane per svelare, come se fosse quasi un’operazione archeologica, i segni delle prove sia fisiche che invisibili del processo di ‘soggettivazione’.[:en]Mainly I use conceptual art to illustrate my own social commentary with a focus on the relation between subject and power. Through several media including performance, installation, sculpture and sound, I explore body practices and contemporary gender politics making viewers aware of the silent and hidden ways power enters everyday life and affects relationships. I am interested in material culture and image culture and I dig into everyday life and practices to reveal, as it was almost an archaeological operation, the signs of both the physical and invisible evidences of the ‘subjectification’ process.[:]

Marsala

[:it]MARSALA nasce nel 2013 dall’incontro tra Rita Maralla e Teresa Sala, due artiste italiane interessate a sviluppare progetti multimediali di ricerca sul rapporto tra corpo, genere, identità e spazio nelle sue molteplici declinazioni. La loro prassi creativa predilige un approccio ironico e positivo, nonostante sia costante uno sguardo critico e consapevole della realtà che le circonda. In questo senso, ricercano un legame forte tra visione poetica e indagine politica. Oltre a occuparsi di produzioni audiovisive, promuovono un laboratorio di antropologia visuale urbana sul tema dell’identità in rapporto alla città contemporanea. Rita è un’antropologa visuale che comunica attraverso differenti linguaggi espressivi: video, collage, installazione, fotografia e scrittura. Teresa lavora come filmmaker e regista, alternando lavori commerciali a progetti indipendenti. Da sempre interessata alle arti performative, nel 2015 realizza il suo primo spettacolo teatrale, SANIFICATA, come autrice e regista, un monologo sull’ossessione per la pulizia del corpo e dello spazio.[:en]MARSALA is an artistic collective born in 2013 from the meeting between Maralla Rita and Teresa Sala.  We develop multimedia projects of research about the relationship between body, gender, identity and space. In addition to produce audiovisual materials, “Marsala” promote a visual anthropology workshop aimed to explore the relationship between city and identities in the contemporary society. Rita is a visual anthropologist specialized in different forms of expression: video, collage, installation, photography and writing. Teresa works as a filmmaker and director, alternating commercial work in independent projects. Always interested in the performing arts, in 2015 she writes and directed her first play, “Sanificata”: a monologue about the obsession for cleaning body and spaces.[:]